venerdì 29 aprile 2016

!!! FINALMENTE !!!



 _FINALMENTE!_

In tutte le forme d’arte, come tutti sapete esiste la “contaminazione”. Evidentemente esiste una contaminazione verso il basso, che rifiuto e che non mi interessa, così come esiste una contaminazione verso l’alto che invece mi entusiasma. Spiego meglio il perché del mio entusiasmo. E’ da una vita che vado predicando che l’errore più grossolano quando si parla, si scrive, si suona musica, aggiunge alla parola “musica” sempre un aggettivo chessò musica classica, musica colta, musica jazz eccetera eccetera.

Secondo me questa è una pessima abitudine perchè tutti i generi di musica, quando sono eseguiti in maniera mirabile appartengono alla ”MUSICA” e nulla più. E’ il caso di Danilo Rea, insigne pianista jazz che finalmente mi ha dato ragione, mi ha dato voce (ovviamente indirettamente) perché ha suonato da gran pianista (jazz) dei brani immortali di musica (cosiddetta classica). Ascoltate che risultato magnifico è venuto fuori. Per chi volesse saperne di più consiglio un CD dal titolo danilo rea /notturno uscito in questi giorni allegato all’’ultimo numero de l’Espresso.

I musicisti improvvisatori che molti credono dì essere nati con la musica jazz, sono stati invece parecchi  sia nella musica classica, sia nel jazz. L’improvvisazione nel jazz viene chiamata sviso (da svisare) mentre nella musica classica si dice variazioni sul tema.

I link che vi allego qui sotto sono assolutamente esemplari. Molto interessane è il duo di Danilo Rea con una pianista classica e una sua interpretazione dell’interrmezzo della Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni. Subito dopo potrete ascoltare il brano così come lo scrisse Mascagni.  Ascoltatevi poi la versione originale della Cavalleria Rusticana. E pensare che Mascagni detestava il jazz!  Che meraviglia la vita! Buon ascolto! franz falanga

https://youtu.be/vepR03NVcDY
Chopin Preludi / Cristiana Pegoraro
Danilo Rea

https://youtu.be/WRhZBPI876E
Danilo Rea Cristiana Pegoraro / Rondò alla turca Mozart

https://youtu.be/s8_sEXQ01K8
Danilo Rea / “Opera in jazz with Puccini”

https://youtu.be/cztUe4La_zA
Danilo Rea / Intermezzo da Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni

https://youtu.be/BIQ2D6AIys8
Intermezzo “originale” della Cavalleria Musicale di Pietro Mascagni

 

lunedì 25 aprile 2016

SOME OF THESE DAYS


Some of These Days

Uno straordinario brano dei primi anni venti, “Some of These Days” eseguito da Cab Calloway e da Louis Armstrong. Vi prego di notare come i componenti della big band di Cab Calloway non avevano alcun bisogno di vestirsi come a carnevale per pubblicizzare la “loro” grande musica. franz falanga  

https://youtu.be/wK6T728lnX8
Some of These Days / Cab Calloway

https://youtu.be/wK6T728lnX8
Some of These Days / Louis Armstrong

 

sabato 23 aprile 2016

UNA BELLISSIMA STORIA VERA


 

UNA BELLISSIMA STORIA VERA

Correva l’’anno 1955 quando a Bari, al Teatro Piccinni,  venne Louis Armstrong and Al Stars. In quel periodo a Bari i grandi amatori di musica  jazz si potevano contare agevolmente, oltre tutto ci conoscevamo tutti. Eravamo circa centocinquanta ragazzi.  Appena Armstrong arrivò a Bari Tonino Antonelli ed io andammo a trovare Armstrong all’Hotel Oriente e lo invitammo a girare un po’ per la città. Tonino Antonelli aveva trafugato la Fiat 1400 al papà e con quella macchina, facendo un figurone, lo portammo a Torre a Mare, un delizioso luogo sul mare a sud di Bari. Eravamo emozionatissimi, non sapevamo che cosa dirgli, fortunatamente Tonino conosceva l’inglese alla perfezione e riuscì ad imbastire qualche frase ben detta. Ricordo benissimo che gli facemmo mangiare delle squisite focaccine che acquistammo da un venditore ambulante. In quei tempi questi venditori giravano per il territorio vendendo piccole focacce pugliesi di rara squisitezza.

Dopo di che riportammo Armstrong in albergo. Il giorno dopo Tonino era occupato ed io con una gran faccia di bronzo, senza conoscere una parola d’inglese  andai ad invitare il clarinettista Edmund Hall per fargli fare  un giretto a Bari.  Lui accettò e venne con la moglie, io non sapendo fare altro lo portai a spasso per il magnifico Lungomare. Quando finimmo e tornammo in albergo, trovai in portineria due biglietti di platea in prima fila che ci aveva lasciato Armstrong. Io e Tonino, godendo come pazzi, la sera vestiti  al meglio che potevamo andammo a sederci in platea in prima fila, in mezzo ad un silenzio formidabile. I centoquarantotto amici amanti della musica jazz, tutti rigorosamente in loggione, ci guardarono con ammirazione e con invidia per poi esplodere in un fragoroso applauso.

Ma non è finita qui. Si spensero le luci, si aprì il sipario di velluto rosso, allora non esisteva nessuna amplificazione, e gli All Stars apparvero in tutto il loro splendore, con accese solo le luci dalla ribalta. Il pezzo introduttivo fu questo:

https://youtu.be/AB4oiOi60Eo
Louis Armstrong / When It’s Sleepy
Time Down South 

Subito dopo il secondo brano fu “Dardanella” che fu suonato al clarinetto da Edmund Hall che, prima di suonare, si avvicinò alla ribalta, mi guardò sorridendo e mi disse “and now for you Frankie, Dardanella!”. Non dico altro.

https://youtu.be/1dVHRlduCV8
Edmund Hall / Dardanella

Concludo questa storia barese dicendo che qualche anno dopo ebbi l’immenso piacere di ascoltare al Petruzzelli Dio in terra: Earl “Fatha” Hines. Ascoltatevi questi altri due link con molta attenzione. Mi sono emozionato parecchio stamattina, ascoltando la mia vita.  Vi prego di notare le tonnellate di swing di Edmund Hall e di Earl Hines. Altri tempi. franz falanga   

https://youtu.be/0PpC3HDvujU
Earl “Fatha” Hines / Rosetta

https://youtu.be/UyXtW700vQ8
Earl “Fatha” Hines spiega le sue tecniche pianistiche
partendo dal ragtime   

giovedì 21 aprile 2016

ABBIAMO BISOGNO DI MITI


_ABBIAMO BISOGNO DI MITI_

 

Passiamo ai miti. La mia generazione ne ha avuti parecchi,  Fidèl Castro, Ernesto “Che” Guevara, Kennedy (ricorderanno i più grandicelli “Ich bin eine berliner”). Poi eravamo tutti informatissimi leggevamo libri e giornali. Vi allego due link nei quali potrete ascoltare due straordinari brani musicali che allora andavano alla grande:

https://youtu.be/jwRGGKaSZsM
Ornella Vanoni  / Ma mi

https://youtu.be/2UHUPqBcAM8
Luigi Tenco / E se ci diranno

Per non parlare poi di quante volte noi si sia scesi in piazza contro la guerra nel Vietnam.

I miti contemporanei? I soldi, il divertimento, la salute nelle ultime posizioni. Non c’è da stare allegri. Certamente abbiamo dei giovani straordinari, ma sono pur sempre una minoranza. franz falanga     

martedì 19 aprile 2016

LO SWING DI BACH



   

LO SWING DI BACH

Le caratteristiche della cosiddetta musica classica (e anche della musica jazz) sono la Melodia, l’Armonia e il Ritmo. Evidentemente ai tempi di Bach non esisteva la parola “Swing”. Chiamatelo un po’ come volete, chessò “componente ritmica”, ma per me si tratta di swing allo stato puro. franz falanga.

https://youtu.be/-X3NjXpXaoo
J.S. Bach / Glenn Gould / BWV 988

 

lunedì 18 aprile 2016

L'INCIPIT



_L’INCIPIT_

Che nel jazz si chiama introduzione. I grandi capolavori della Musica, non parlo neanche lontanamente della Mòseca, nascono da idee minuscole, in qualunque epoca e in qualunque parte della terra. Voglio farvi ascoltare due brani: il primo è di Miles Davis il secondo è di John Coltrane.

Ascoltate con attenzione le due introduzioni. Nel brano di Miles Davis come partenza / introduzione si parte da un banalissimo rintocco dell’orologio a pendolo, per poi ascoltare, restando sempre nelle proprie  armonie, Miles Davis che fa cose di pazzi. L’idea di partenza, il pendolo, fateci attenzione è tutta in levare.

Nel secondo link ascolterete uno straordinario brano di Coltrane. Anche qui l’introduzione è geniale e, contemporaneamente semplicissima.  Si parte da una frasettina iniziale ripetuta diverse volte, ogni volta con impasti armonici diversi ancorchè uguali anche se con armonie lievemente modificate ma compatibili con l’idea di partenza, dopo di che si parte swingando alla grande. Buon ascolto! franz falanga

 

https://youtu.be/36wafFjFdYs
Miles Davis / If I Were A Bell

https://youtu.be/XpZHUVjQydI
John Coltrane / Blue Train

domenica 17 aprile 2016

JAZZ UNA STRANA MUTAZIONE


 

JAZZ UNA STRANA _MUTAZIONE_

Oggi vorrei parlarvi di una stranissima mutazione che sto percependo nel campo della musica jazz. Ho bisogno però di farvi un preambolo, partendo dall’architettura, con la speranza di non annoiarvi troppo e, contemporaneamente, cercando di essere il più sintetico possibile. Partiamo dunque con l’architettura.

Come tutti sapete,  la caratteristica fondamentale di tutte le forme d’arte, è la propria capacità di modificarsi nel corso del tempo. L’architettura, eccola qui, per esempio dopo quella greca e quella romana, è passata dalla bizantina alla romanica e così via di seguito passando attraverso il periodo gotico,  rinascimentale, barocco, rococò, neoclassico,  umbertino, eclettico, razionalista,  fascista per arrivare al postmoderno che, personalmente non avrei chiamato con nessun nome,  tutt’al più edilizia, visto che in Italia alla fine del novecento molti architetti nostrani hanno creduto di esercitare l’architettura postmoderna credendo / spacciandola per una grossa novità, mentre il postmoderno era nato, cresciuto, invecchiato e morto in America nei primi anni cinquanta. Dopo il postmoderno, lo ripeto, sì è precipitati nell’abisso dell’edilizia. Fatti salvi pochissimi giovanissimi architetti e architette, che stanno progettando cose magistrali. Ma ahimè sono in minima percentuale a fronte della massa informe  degli architettini ben fatti contemporanei. La nostra salvezza, se salvezza ci sarà, potrebbe venire da un nuovo Bauhaus, visto che quello  originario, nel suo massimo  splendore fu troncato e seppellito brutalmente dalla marmaglia nazista. Per quello  che so, forse il Bauhaus sta rinascendo, per merito di un gruppo di donne illuminate. Staremo a vedere.  Ciò precisato ora passiamo alla musica jazz.

Anche il jazz si è modificato nel tempo, anche il jazz sta subendo la sua mutazione epocale, mutazione che mi fa paura e spiego il perché. A differenza dell’architettura che nel periodo citato prima ha avuto bisogno di oltre mille anni per modificarsi profondamente e lentamente, il  jazz si è modificato tumultuosamente nel breve spazio temporale di un secolo, perché le condizioni sociali e storiche che caratterizzavano la nascita e l’esistenza dei musicisti jazz sono state molto più drammatiche e molto meno pacifiche di quello che è accaduto in architettura nel’ultimo millennio.

Anche la musica jazz è partita dal ragtime per poi passare allo stride piano, al blues, al new orleans, al dixieland, allo swing, al bebop, al cool jazz, all’hard bop, al free jazz per poi iniziare a “fondersi” con altre forme di musica popolare, secondo me imbastardendosi parecchio. Ma la vera mutazione che è attualmente in corso, mutazione che non mi piace per nulla, sta articolandosi per una ragione, secondo me, ben precisa. Mi spiego subito. La maggioranza delle nuove leve della musica jazz, come peraltro moltissimi  giovani contemporanei ha poco sviluppato il senso della storia, e quindi cerca disperatamente nuovi approdi, non conoscendo a fondo ahimè le proprie origini musicali, storiche e sociologiche.  Che cosa è dunque successo?  Che questi nuovi jazzisti hanno ahimè creduto alla favola dell’aggettivo “colto” scritto subito dopo la parola “musica” cosiddetta “classica” ed hanno quindi iniziato ad impadronirsi, scimmiottandoli,  dei meccanismi sonori tipici della musica “colta” utilizzando inoltre tecnologie indubbiamente interessanti.

Ed ecco i risultati.  Ascoltando con la massima attenzione questa nuova musica, secondo me, il risultato è un piattume imperante, la mancanza di swing, meccanismi stilistici creduti contemporanei mentre invece sono vecchi come il cucco. Quando inserisco il CD ed inizio ad ascoltare, dopo meno di un minuto non li reggo più, non riesco a capire che cosa stiano suonando, mancando peraltro  lo swing. Come diceva l’amatissimo Duke Ellington, “se non c’è swing non vale uno stracazzo di niente”, scusatemi il raffinato francesismo. Gli incipit/introduzioni sono tutti elaborati e appoggiati su una disperata mancanza di fantasia sia ritmica che melodica/cantabile. Lo so che sto suscitando un vespaio e me ne scuso, ma cosa volete di più da un distinto anziano dinosauro risalente al paleolitico inferiore e, oltretutto  musicista jazz assolutamente dilettantesco?

Che cosa farei io se avessi un’ottantina di anni di meno? Lascerei perdere la musica cosiddetta colta, nel senso di non rifarmi ad essa e cercherei di cercare  le nuove frontiere del jazz che esistono e come! Evidentemente senza mai smettere di amare chessò Bach, Mozart, Beethoven e tutto il resto della sagrada famiglia. Un attimo ed ho finito: la cosa straordinaria è che, a ben ascoltare, i  musicisti “classici” hanno nei loro brani uno swing eccezionale veramente, che è però diverso dallo swing jazz, anche se è swing della più bell’acqua.  Io almeno la penso così. Ciao a tutte e a tutti. franz falanga

martedì 12 aprile 2016

COME E' ARRIVATO IL JAZZ A BARI



 

COME E’ ARRIVATO IL _JAZZ_ A BARI  

 Voglio raccontare come è arrivato il Jazz a Bari. Eravamo  nel 1943, a Bari stavano per arrivare gli alleati e i tedeschi erano stati costretti a ripiegare a Napoli. A proposito di Napoli, caso unico nella storia dell’Europa, Napoli è stata l’unica città europea capace di cacciare a calci in culo,  senza l’aiuto di nessuno,  il poderoso esercito nazista. Chi volesse sapere di più vada a trovarsi su Youtube “Le quattro giornate di Napoli” capolavoro di Nanni Loy.

Torniamo dunque al Jazz. Fra il 1943 e il 1944 ero riuscito a costruirmi una radio a galena e la sera, quando andavo a letto, eravamo sfollati, sotto le coperte armeggiavo con la radio e con le cuffie, cercando qualche stazione radio. Se mi avessero visto i miei, mi avrebbero sbranato, perchè all’epoca era proibito ascoltare radio straniere. Mentre una sera stavo armeggiando con la testa sotto il cuscino, di colpo sentii “Hello, here is Radio Tangeri, this is the Voice of Am,erica” e subito dopo l’annunzio ascoltai l’introduzione musicale. Eccola qui:   


Per me, che per anni avevo ascoltato quella funerea canzone tedesca Lili Marlene, e le canzoni italiane tipo “navigano i sommergibili, rapidi ed  invincibili”  “faccetta nera” e quant’altro,  quella musica fu una per me una rivelazione. Non la dimenticai più e la mia vita cambiò per sempre. Gli alleati erano sbarcati in Africa dove avevano installato una potentissima stazione radio “La voce dell’America” che trasmetteva 24 ore su 24 inviando messaggi speciali/criptati alle diverse resistenza europee e programmi di musica jazz per le truppe alleate. A proposito della musica jazz, è bene sapere che cosa pensasse di questa musica il  musicista classico Pietro Mascagni, che in un articolo sul Corriere della Sera del 7 marzo 1926 fece un attacco violentissimo al jazz dicendo: ”Oh! Quell’uomo che suona la pipa, cioè il sassofono e cerca di emettere le voci degli animali più ignobili!”. I fatti bisogna saperli. Per non dimenticare.

Potrei concludere qui ma voglio fornirvi qualche altra informazione. Il Jazz è arrivato a Bari con l’arrivo delle truppe alleate. Il primo che ascoltò molti dischi di musica jazz, I Victory Disc, e che li fece subito ascoltare a noi suoi amici,  fu il fraterno amico Tonino Antonelli, al quale dunque spetta il merito di avere fatto conoscere ai baresi la musica jazz, quando la guerra non era ancora terminata.

E poi vorrei raccontare due straordinari eventi che fece l’Università di Bari negli anni cinquanta. Nel 1954, unica università in Italia, per festeggiare l’inizio del nuovo anno accademico, invitò a suonare nell’Aula Magna noi della Southern Jazz Band. Inoltre, dal 1950 al 1960, fece conoscere le Dolomiti a circa tremilaseicento ragazzi pugliesi, facendoli andare gratis in vacanza in una Tendopoli esemplare che fu montata a Canazei di Fassa. franz falanga 

lunedì 11 aprile 2016

LE RIVOLZIONI / MUTAZIONI NELLA MUSICA POPOLARE


LE RIVOLUZIONI NELLA MUSICA POPOLARE

Viene comunemente chiamata “musica leggera”, io preferisco chiamarla “musica popolare” nel senso che è un genere musicale conosciuto da tutti gli strati della società. Ci sono stati tre momenti nel 1900 in cui questa musica ha subito delle profondissime mutazioni. Vi invio tre esempi  due italiani e l’altro inglese / mondiale.

I primi due esempi dedicati alla musica italiana sono dedicati rispettivamente ad Alberto Rabagliati e a Renato Carosone. In ambedue i casi noterete le strettissime parentele con la musica jazz.

Nel primo link ascolterete Alberto Rabagliati cantante lombardo che si esibisce in una deliziosa canzonetta, prima della seconda guerra mondiale. Le amiche e gli amici jazzofili si accorgeranno immediatamente che questo brano è facilmente suonarlo anche usando i canoni del jazz. 

https://www.youtube.com/watch?v=SkNyLAqiNlA
Alberto Rabagliati / ba.. ba.. baciami piccina

Nei prossimi due link ascolterete uno dei grandi rivoluzionari della musica popolare italiana  degli anni cinquanta, Renato Carosone. Noterete le strettissime parentele con il jazz, specialmente nel secondo link, “Pianofortissimo”, suonato da Carosone all’età di settantacinque anni. Secondo me Carosone sarebbe piaciuto moltissimo a Gioacchino Rossini.

https://www.youtube.com/watch?v=BqlJwMFtMCs
1958 Renato Carosone / Tu vuò fa l’americano / 12 milioni di visitatori su Youtube

https://www.youtube.com/watch?v=3-Xzjmaej7M
Renato Carosone 75 anni / Pianofortissimo

Nell’ultimo link ascolterete She Loves You suonato nel 1963 da giovanissimi Beatles. Credo che sarebbero piaciuti infinitamente a Bach.

https://www.youtube.com/watch?v=QoF-7VMMihA
1963 The Beatles / She Loves You / 11 milioni di visitatori su Youtube

 Buon ascolto da franz falanga

domenica 10 aprile 2016

LA GRANDE CANZONE ITALIANA



LA GRANDE _CANZONE ITALIANA_

 

Vi mando due link.  Due brani, uno di Francesco De Gregori e l’altro di Francesco Guccini. Ve li mando perché, ho pensato che canzoni con testi così importanti appartengano ormai alla Storia con la esse maiuscola. E in quegli anni, non erano i soli a scrivere testi poetici e di grande spessore umano, penso a De Andrè e a tanti altri. Oggi, ahimè, devo registrare dei testi che più banali di così non si può, peraltro neanche cantati ma selvaggiamente urlati, a chi urla di più. Evidentemente non generalizzo, ma di testi importanti ce ne sono pochissimi rispetto a una quarantina di anni fa.  Ahimè!!! franz falanga

 

https://youtu.be/Y27o-7U13OA
1979 Francesco De Gregori / Viva l’Italia

Viva l'Italia, l'Italia liberata,
l'Italia del valzer, l'Italia del caffè.
L'Italia derubata e colpita al cuore,
viva l'Italia, l'Italia che non muore.
Viva l'Italia, presa a tradimento,
l'Italia assassinata dai giornali e dal cemento,
l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura,
viva l'Italia, l'Italia che non ha paura.
Viva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare,
l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare,
l'Italia metà giardino e metà galera,
viva l'Italia, l'Italia tutta intera.
Viva l'Italia, l'Italia che lavora,
l'Italia che si dispera, l'Italia che si innamora,
l'Italia metà dovere e metà fortuna,
viva l'Italia, l'Italia sulla luna.
Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre,
l'Italia con le bandiere, l'Italia nuda come sempre,
l'Italia con gli occhi aperti nella notte triste,
viva l'Italia, l'Italia che resiste.

 

https://youtu.be/0fds1qlgMSk
Francesco Guccini / Auschwitz

sabato 9 aprile 2016

FABIO CLARY


_ALL OF ME_

Restando nell’ambito della fisarmonica, vedo che l’argomento ha suscitato molto interesse. E’ quindi con piacere che pubblico un messaggio con un bel link inviatomi dall’amico Fabio Clary che assai ringrazio. franz falanga

Caro Franz, i tuoi ultimi articoli sulla fisarmonica mi tirano inevitabilmente in ballo. Il mio tanto amato e bistrattato strumento  e' stato sopratutto in Italia utilizzato prevalentemente per la musica popolare e il liscio, ma in realtà è uno strumento dalle potenzialità straordinarie anche per il jazz, basti pensare al mitico Gornj Kramer o a Richard Galliano. Ti invio questo mio video in cui eseguo "All of me" sperando di contribuire a far conoscere e apprezzare tutte le qualità di uno strumento straordinario.

Ti abbraccio

Fabio Clary

Guarda questo video su YouTube:

 

giovedì 7 aprile 2016

STAVOLTA SUONO IO



 

 

ANCORA _JAZZ­_

Questa volta mi esibisco io.  Nel primo link suono con Mauro Brunato al bengio, mio ottimo amico e eccellente musicista. Sono tre brani, nei quali  speriamo che me la cavo.

Nel secondo link la cosa si complica molto di più. Avevo a disposizione un’intera ora di registrazione e mi decisi a fare un passo più lungo della gamba, nel senso che in quell’ora avrei suonato tutto quello che mi passava per la testa, cercando di suonare quanti più brani possibile e, soprattutto, cercando di legare un brano a quello che veniva dopo. Detto in soldoni cercavo di spiegare a me stesso che cosa è il ragtime e cosa è lo swing. Non so se mi spiego, ma ormai ero lì e, affidandomi alla mia immensa superbia, ho suonato e suonato. Vi dico subito che i primi minuti sono scadenti. Sul risultato generale non ci giurerei per nulla, forse ha suonato discretamente per un paio di minuti nella quasi totalità dell’incisione. Che dire? Buon ascolto e, se qualcuna/o vorrà dirmi dopo aver ascoltato i due link che cosa ne pensa gliene sarò grato. Di una cosa sono però sicuro, quando mi riascolto da solo, provo per me una gran tenerezza e una gran simpatia.  franz falanga  


https://youtu.be/C6U0voxmGBA
franz solo con il suo ragtime

 

martedì 5 aprile 2016

STRANGE DUO STRIDE PANO


  _STRANGE DUO STRIDE PIANO_

Vi propongo questo link dello STRANGE DUO STRIDE PIANO, composto da Eleonora Del Grosso e da me. Il concerto  è stato tenuto nel 2012, quattro anni fa. Noterete la valentia talentuosa di Eleonora. Mi preme dirvi che, all’oggi, Eleonora Del Grosso è una realtà molto importante del jazz italiano e che ormai vola molto alto. Buon ascolto. franz falanga,


 

domenica 3 aprile 2016

LA FRANDE MUSICA FRANCESE DEL SECONDO DOPOGUERRA


LA GRANDE MUSICA FRANCESE DEL SECONDO DOPOGUERRA

La Francia amiche mie e amici miei !!!  La Francia a getto continuo produceva musica immortale e gradevolissima perché era orecchiabilissima e quindi molto cantabile e ricordabile.

Vi segnalo questi link di musica immortale che vi piaceranno certamente. Ringrazio assai il prof Giovanni Staltari che. dal profondo sud, mi ha segnalato alcuni brani di Edith Piaf e Juliette Greco.  Per intanto eccovi i magnifici link. Buon ascolto! franz falanga  

https://youtu.be/kFzViYkZAz4
Edith Piaf / La Vie en Rose


https://www.youtube.com/watch?v=Q3Kvu6Kgp88
Edith Piaf - Non, Je ne regrette rien


 

https://youtu.be/fNBO0pYyKKI
Juliette Greco / Sous les ciel de Paris


https://www.youtube.com/watch?v=PtXzVFYPkyc&list=RDjD9EMn6E90M&index=5
Juliette Greco - Parlez-moi d`Amour


  https://youtu.be/ij1vtzIFlMg
Charles Trenet / Douce France

https://youtu.be/dalKo3WCoDk
Ives Montand / O Bella Ciao


https://youtu.be/TilQ8BIHisw
Gilbert Becaud / Nathalie


https://youtu.be/kJ1xJylBOvs
Maurice Chevalier / Ma Pomme

https://youtu.be/orDR4JA91F4
Jean Gabin / Je Sais

venerdì 1 aprile 2016

GILBERT BECAUD



 

 _GILBERT BECAUD_

L’amico Mike Zonno, che ringrazio assai, mi ha inviato questo invito che giro volentieri alle lettrici e ai lettori del blog. Per i più giovani allego un paio di link dove potrete apprezzare la straordinari musicalità di Gilbert Becaud. Vale la pena anche leggersi la sua bibliografia in fine messaggio. I tre musicisti baresi che si esibiranno sono jazzman di altissima qualità. Buon ascolto franz falanga

https://youtu.be/TW6QiI7hHGA
1987 Gilbert Becaud / Et maintenant


https://youtu.be/KamOG_hQPEI
Gilbert Becaud / L’important c’est la rose

 

Sono lieto di invitarti mercoledì 6 Aprile alle ore 18,30 presso Casa GIANNINI per la presentazione del nostro ultimo lavoro musicale.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.  

                                          Un cordiale saluto by Mike Zonno

Gilbert Bécaudpseudonimo di François Gilbert Silly  è stato uno strordinario  cantante e compositore francese della seconda metà del secolo scorso. Fu soprannominato Monsieur 100.000 volt per la sua grande energia sulla scena e per le sue oltre 400 canzoni.Nato a Tolone, iniziò a studiare pianoforte sin da giovanissimo al Conservatorio di Nizza che dovette lasciare per unirsi alla Resistenza francese nel 1942. Dal 1948 al 1950 stabilì un sodalizio artistico con Marie Bizet e Maurice Vidalin iniziando la sua attività di compositore e contribuendo al notevole successo del trio.Durante una tournée come pianista di Jacques Pills conobbe Edith Piaf, moglie di Pills, scrivendo per lei alcune canzoni.Sotto la spinta di quest’ultima debutto’  sulla scena come cantante  divenendo così uno dei più brillanti personaggi del panorama artistico francese. Nel 1960 vinse il Gran Prix du Disque, importante riconoscimento artistico francese e nel 1961  incise Et maintenant che fu uno dei più grandi successi della storia discografica francese e interpretato tra gli altri, da Frank Sinatra e Judy Garland nella versione tradotta in inglese di What now my love. Negli anni '70 si dedicò alle sue tournée e alla composizione di musiche per il cinema continuando a lavorare come autore per Neil Diamond(September morn)Pierre Grosz e Julian More (con quest'ultimo scrisse il musical Roza che andò in scena a Broadway). Nel 1974 fu nominato Cavaliere della Legione d'onore. Morì nel 2001, all'età di 74 anni a Parigi, dove viveva in una casa galleggiante sulla Senna; il suo corpo riposa al cimitero Père Lachaise della capitale francese.