sabato 28 maggio 2016

LEONARD BERNSTEIN


 _LEONARD BERNSTEIN_

Fosse per me, renderei obbligatorio in Italia, a cominciare dalla elementari, l’ascolto delle  straordinarie conversazioni tenute alla fine degli anni cinquanta da Leonard Bernstein. Vi propongo un’ora straordinaria. Ascoltate con attenzione e vi accorgerete quante cose è possibile imparare da questo impareggiabile direttore d’orchestra. Il pubblico presente a queste lezioni, in teatro, era composto da ragazzine e ragazzini con i loro genitori. Una vera sciccheria. In Italia musicisti capaci di parlare in maniera affascinante ai giovanissimi ce ne sono fin che ne volete. Buon ascolto! franz falanga

https://youtu.be/_WMNcdCWHDk
Leonard Bernstein / Che cosa è la musica classica

mercoledì 25 maggio 2016

Jazz sciccoso


_JAZZ SCICCOSO_

Nel 1930 Hoagy Carmichael (quello di Polvere di Stelle”) scrisse un delizioso brano, Lazy River. Ve lo invio in cinque interpretazioni una diversa dall’altra ma tutte di assoluta sciccosità! franz falanga

https://youtu.be/rQwCi8f3iuk
1930 / Lazy River / Hoagy Carmichael

https://youtu.be/cJBAmeowNeU
Lazy River / Louis Armstrong

https://youtu.be/QH1e6G0K3Pk
Lazy River / Mills  Brothers

https://youtu.be/Z8Qk4khPEEY Lazy River  / Louis Prima

https://youtu.be/9k6IrZ6ITyE
Lazy River / Dean Martin & Mills Brothers

domenica 22 maggio 2016

HORACE SILVER



  JAZZ PER _PANNELLA_

Il mio fratello barese nel jazz, Nicola Esposito, insigne pianista jazz, mi ha chiesto di ricordare musicalmente Marco Pannnella. Non ho nessun problema, anche se con Pannella su parecchie cose non ero d’accordo, per esempio di quando parlava con simpatia di B. Resta il fatto che senza di lui chissà quando saremmo arrivati all’aborto e al divorzio, e questo basta e avanza. Il resto non mi interessa più di tanto ed eccovi dunque qui un link del 1976 del gruppo di Horace Silver ad Umbria jazz. Due anni prima, lo avevo ascoltato a Pescara quando eravamo andati a suonare al Festival del Jazz di Pescara. Non è molto facile da capire, ma questo è il jazz bellezze! franz falanga

https://youtu.be/jzcgAaWK5GM
1976 / Umbria Jazz Horace Silver

domenica 15 maggio 2016

RICORDATE IL MAESTRO MANZI?


RICORDATE IL _MAESTRO MANZI_?

Le persone che hanno visto i primi anni della televisione ricorderanno con molta simpatia un maestro elementare, il maestro Manzi, che in pochissimi anni, con un suo straordinario programma televisivo riuscì ad insegnare a leggere, a scrivere e a far di conto a quasi tre milioni di italiani. Non dimentichiamoci, questo lo dico alle giovani lettrici e ai giovani lettori di VuèSentì, che, fino ai primi anni cinquanta, in Italia moltissime persone anziane erano analfabete. L’Italia della prima metà del novecento era formata da contadini, quasi tutti molto poco alfabetizzati. Con questa trasmissione dunque questo bravissimo maestro con dolcezza, pazienza, benevolenza ed estrema professionalità, insegnò alle persone anziane nate molto prima della Seconda Guerra Mondiale a leggere, scrivere e far di conto.  I giovani non sanno (certamente non per colpa loro)  che, fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, gli italiani erano afflitti da un numero elevatissimo di persone analfabete. Potete immaginare come fossero manipolabili queste grandi masse di cittadini da chi allora gestiva il potere, sto parlando del fascismo, tanto per avere un’idea più precisa.

Va ricordato che tenere il popolo nell’ignoranza fu una caratteristica anche dei moderati, allora si chiamavano benpensanti, che iniziarono a governare la nazione ormai diventata Repubblica con la determinazione che “più asini sono gli altri più dottori siamo noi”, mentalità che proveniva direttamente dai Borboni del Regno di Napoli e dai meccanismi clericali dell’allora Stato Pontificio. In quest’ultimo caso, per esempio era inutile imparare a leggere il Vangelo, tanto c’erano i sacerdoti che provvedevano a raccontarlo ai fedeli. Divago per un attimo, i protestanti invece erano stimolati a saper leggere e scrivere per poter, “loro” sì, conoscere e comprendere personalmente  le Sacre Scritture, senza l’intermediazione di persone a loro estranee. 

Torniamo al maestro Manzi e all’oggi. E’ di questi giorni che gli alti nuovi vertici della Radiotelevisione Italiana hanno annunziato che, così come fece la Radiotelevisione Italiana nella seconda metà degli anni  cinquanta , sarebbe buona cosa  progettare una nuova trasmissione televisiva, questa volta per insegnare l’informatica a quanta più gente possibile. L’idea è buona, ma, pensare solo all’informatica senza invadere altri campi della conoscenza mi sembra assolutamente deludente, ridicolo e supponente. Tra l’altro, leggendo tra le righe, noterete che quelli che in Italia hanno il ballo in mano usano il verbo “fare” o al futuro o al gerundio. Faremo, stiamo facendo. Mai al passato, abbiamo fatto.

Spiego subito il perchè di questa mia affermazione riguardante la Radiotelevisione Italiana. Sarei felicissimo se si cominciasse a progettare format televisivi dedicati particolarmente ai giovanissimi dove poter parlare di musica, di paesaggio, di cultura, di letteratura italiana, di sport, di paesaggio, di architettura, di clima, di scienza, di tecnologia, del tempo libero, della manutenzione del territorio, degli scrittori contemporanei, di come si leggono i libri, di come si usano le biblioteche, di  cosa sia l’interpretazione, di storia dell’arte, di storia della scienza, di fisica, di storia antica e di storia contemporanea. eccetera eccetera.

Come ben si sa una generazione per nascere e formarsi al meglio  ha bisogno di venticinque anni. Ebbene l’ultima generazione è stata vilipesa, dimenticata, pesantemente trattata a pene di molosso da governanti senza scrupoli, appartenenti a “tutto” lo schieramento politico italiano, gentaglia che ha combinato questo disastro scientemente, negli ultimi venticinque anni. Hanno perfezionato al massimo ciò che i signori (!) della prima Repubblica avevano iniziato a fare immediatamente dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.  

Ricordate Benigni che spiegava in pubblico la Divina Commedia? La maggioranza entusiasta dei suoi spettatori era formata da giovani, che avevano ed hanno  voglia di conoscenza e che hanno il diritto di conoscere. Di persone in grado di fare delle lezioni straordinarie ai giovanissimi e alla giovanissime, in Italia ce ne sono fortunatamente moltissime. Così tanto per fare un esempio interpellerei per il clima nel mondo il climatologo dott. Luca Mercalli, per la conoscenza del disastro urbanistico archeologico e ambientale  andrebbero benissimo i due giornalisti Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo; consiglio caldamente leggere il loro libro “VANDALI / L’ assalto alle bellezze d’Italia”, edito da Rizzoli. Vi copio  la dedica che troverete sul frontespizio del libro: “Ai nostri bambini perché possano vedere ancora quanto era bella l’Italia”.

Di musicisti, scrittori, architetti, scienziati, storici, scrittori  e quanto più si vuole, in Italia ne abbiamo a decine di migliaia.   Ovviamente donne e uomini.   

IN America dal 1958 al 1972 Leonard Bernstein tenne una trentina di conversazioni sulla musica destinate ai ragazzini e alle ragazzine. Il teatro era sempre affollatissimo da bambini e bambine con i loro genitori, Bernstein aveva a diposizione la  New York Philarmonic Orchestra e teneva delle conversazioni formidabilmente chiare e affascinanti. In questo periodo ogni settimana l’Espresso esce con questi DVD, un piacere immenso averli e guardarli, se poi lo farete con i vostri figli e i vostri nipoti resterete meravigliati di quanto anche oggi queste conversazione sarebbero apprezzate dai giovanissimi spettatori e dalla giovanissime spettatrici.

Che aspettiamo allora? I tempi sono strettissimi, se si continuerà così come adesso con politiche pilotate da nani e da rozzi ignoranti, ancora per poco tempo durerà lo scempio, dopo di che diventerà definitivo perchè avremo superato abbondantemente il punto di non ritorno. Vogliamo uscire da questo stramaledettissimo e pericolosissimo analfabetismo? S è vero, come dovrebbe essere vero, che la Radiotelevisione Italiana è un formidabile Servizio Pubblico che cosa stiamo aspettando? Che piovino rane? franz falanga

  

sabato 14 maggio 2016

A CHE SERVONO LE PAROLE


_STUDIANDO LE PAROLE SI COMPRENDE MEGLIO LA SOCIETA’_

Sono convintissimo di questa mia affermazione. Voglio farvi tre esempi, le tre parole sulle quali mi soffermerò sono un qualcosa, problematiche, midia”.

Cominciamo dalla prima. Chi usa la frasettina “un qualcosa” per dire “qualcosa” usa una ridondanza, dire è “qualcosa di buono”, è molto meglio che dire un qualcosa di buono” insomma l’articolo “un” non c’entra una beneamata mazza.  “Un qualcosa” è una ridondanza, quindi  è inutile e poco elegante sia il pensarla che il pronunziarla.. 

Il termine problematiche è termine abusatissimo. Problematiche viene da “problematico” che è un aggettivo. Dire “la situazione è problematica” va benissimo. Dire “le problematiche della categoria… ”  è ridicolo, non vedete come suona meglio “i problemi della categoria…”  ?

Sulla terza parola divento furibondo. “Media” è una nobilissima parola latina. Viene da “medium” il cui plurale è, appunto, “media”. Che cazzo c’entra fare il plurale di una parola latina usando le regole della lingua inglese, e cioè “midia”?

Magari scandalizzerò qualcuno ma sono convintissimo che sia il caso di stare molto attenti e quindi di non fidarsi di chiunque usi queste tre parole: un qualcosa, problematiche, midia”. Se poi sono i giornalisti o i politici ad usarle, la situazione è molto molto grave e molto molto seria.  franz falanga

venerdì 13 maggio 2016

LUCIDIAMOCI LE ORECCHIE


 

  _LUCIDIAMOCI LE ORECCHIE_

Vi invio tre brani assolutamente deliziosi, due italiani e uno americano. Prima di farveli ascoltare. vorrei fare alcune mie considerazioni. Nel decennio 1960 / 1970 (parlo dell’Italia) c’è stata una fioritura incredibile di grandissimi talenti nel mondo della comunicazione, nel mondo della musica, nel mondo degli spettacoli televisivi. Mondi all’oggi definitivamente scomparsi. I giovani sono stati messi in condizioni di non conoscere una cazzo di quello che accadeva in Italia e nel mondo solo qualche decennio fa.

Il mio incubo: la cancellazione del senso della storia nei giovani contemporanei, operazione portata avanti dall’immediato dopoguerra, seconda Guerra Mondiale, e portata a compimento nell’ultimo venticinquennio con il berlusconismo e con il renzismo.   

Contemporanemente, nello stesso decennio, 1960 /1970 si dava inizio alla distruzione sistematica e cosciente del territorio italiano, distruzione che ormai è arrivata ad un punto totalmente intollerabile. Non riesco a comprendere questa frattura violentissima che contemporaneamente esisteva fra il magnifico buon gusto dei mass media televisivi e musicali e il disastro della spaventosa speculazion3 edilizia. A ben pensarci mi viene in mente un antico e nobile proverbio barese che così recita: “MBACCE ALLE TERRISE!!!”  “A FRONTE DEI SOLDI!!!”.

Tornando all mondo musicale italiano, inutile farvi qui l’elenco degli straordinari cantanti nazionali ed internazionali che si vedevano e si ascoltavano in TV! Pensate che le canzoni italiane di quel periodo erano arrangiate da Ennio Morricone!!! Il risultato è che, all’oggi, tutti ricordano benissimo quei brani a memoria, mentre pochissimi contemporanei ricordano l’ultimo brano vincitore di San Remo. Bah! I primi due link sono del magnifico ed elegante jazzista Lelio Luttazzi, che nel secondo canta con Sylvie Vartan, come terzo pezzo vi invio un brano delizioso di Hoagy Carmichael, che è cantato e suonato da lui al pianoforte. Carmichael,  come tutti sapete, è quello che ha composto “Stardust” “Polvere di stelle”, Rockin’ Chair, Georgia on my Mind, Lazy River (con Sidney Arodin).  Buon ascolto e buona giornata a tutte e a tutti! franz falanga 

https://youtu.be/uVD8HiE-FNQ
1958 / Lelio Luttazzi  / El can de Trieste

https://youtu.be/GLwOImvPJps
Ritorno a Trieste / Lelio Luttazzi e Sylvie Vartan

https://www.youtube.com/watch?v=LGyHHYlTv90
River  boat shuffle / Hoagy Carmichael

mercoledì 11 maggio 2016

RADIOPOPIZZ.IT


 radiopopizz.it

Devo ringraziare moltissimo l’amico Davide Ceddìa di Bari, un creativo straordinario, che ha organizzato due miei interventi che andranno in onda su una radio privata barese www.radiopopizz.it. Sotto troverete tutto il programma. Nel mio primo intervento racconterò l’importanza di Bari nel panorama urbanistico italiano, nel secondo, grazie a Mauro Brunato al bengio, eseguiremo “Hello Dolly” e darò qualche notizia sul jazz. Per le nuove lettrici e i nuovi lettori di VuèSentì, vi allego qui sotto un magnifico esempio della versatilità e del senso della vita di Davide Ceddìa.        


Ed ecco ora il programma.

LA PRIMA PUNTATA, Murat, andrà in onda e in rotazione la settimana che va dal 16 al 22 maggio.

Ecco orari precisi e giorni delle repliche DAL 16 AL 22 MAGGIO

LUNEDI' 13.40

MARTEDI' 17.30

MERCOLEDI' 21.30

VENERDI' 11.30

SABATO 13.40

DOMENICA 17.30

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LA SECONDA PUNTATA, quella sul jazz, contenente altro messaggio vocale e la registrazione di Hello Dolly, andrà invece in onda la settimana successiva, quella che va dal 23 al 29 maggio.

 

Ecco orari precisi e giorni delle repliche della puntata sul jazz DAL 23 AL 29 MAGGIO

LUNEDI' 13.40

MARTEDI' 17.30

MERCOLEDI' 21.30

VENERDI' 11.30

SABATO 13.40

DOMENICA 17.30

 

Info per ascoltare il programma:

IL PROGRAMMA (LM12) si ascolta in RADIO (solo nella zona di Bari e Provincia su 101 FM)

MA è ascoltabile ovunque (in tutto il mondo) in due modi: DIRETTAMENTE IN STREAMING DAL SITO DELLA RADIO (radiopopizz.it) oppure (per chi ha smartphone) anche dalla app di radio popizz scaricabile gratuitamente.

CIAO DAVIDE CEDDIA.

  

martedì 10 maggio 2016

HO FATTO UN SOGNO


­_HO FATTO UN SOGNO_
Ormai il mondo sta andando alla deriva, si è rovinato ed ha corrotto tutto. Allora ho sognato che forse le donne, e solo loro, salveranno il mondo. Per prima cosa dovranno mandare affanculo i maschietti, che stanno combinando solo danni. Le donne del Sud, le donne nel Nord, le donne dell’Est, le donne dall’Ovest. E se quei coglionazzi degli intellettuali porteranno qualche bicchierino di acqua al mulino delle donne, facciano quanto meno conoscere ai giovani il bello, chessò la musica, il piacere della conoscenza.  Che Zeus fulmini quelli che stanno distruggendo la terra! franz falanga

lunedì 9 maggio 2016

I VASTASI



    I _VASTASI_

Nel nobile dialetto barese gli operai portuali addetti al trasporto a braccia dei carichi pesanti si chiamano “Vastasi” dal greco “Bastazo” “trasportare carichi” donde il “Basto” per gli asini. A Genova, come tutti sapete,  si chiamano “Camalli”. La parola “Vastaso” nel dialetto barese è dispregiativa, nel senso che sta ad indicare una persona cafona, volgare, scostumata. Esiste anche l’aggettivo “Vastasjedde” riferito a ragazzi molto giovani. Vorrei sfatare questa antica abitudine, raccontandovi una storia che mi capitò circa trent’anni fa.

 

Ero molto amico del mio giornalaio che si chiamava Donato ed aveva il suo chiosco all’angolo di Via Putignani con via Marchese di Montrone. Era un personaggio straordinario, eravamo amici di vecchia data e con lui parlavamo in dialetto strettissimo. Fu Donato il primo che, fiutando il disastro culturale e politico nel quale ci saremmo trovati  adesso, un giorno mi disse tutto preoccupato: “Architè, ddò nonrraggionecchiùnesciune!” “architetto qui non ragiona più nessuno!” parole sante e profetiche.

 

Ma torniamo ai vastasi. Donato aveva un suo carissimo amico che faceva il vastaso al porto di Bari  e che conoscevo anche io esclusivamente per il suo nickname “u Russe” “il Rosso”. Un bel giorno decisi di mollare gli ormeggi e di andarmene via da Bari, la prima tappa sarebbe stata Trani, una bellissima cittadina a nord di Bari, dove era nata mia madre. per poi trasferirmi definitivamente in Veneto. Glielo dissi a Donato e gli chiesi se poteva indicarmi qualche persona che potesse smontarmi i mobili, caricarli sul camion e portarli a Trani.

 

Il giorno dopo Donato mi disse che aveva parlato con u Russe che gli aveva promesso che la domenica seguente, con altri tre suoi amici vastasi anch’essi, mi avrebbero dato una mano per il trasporto. Chiesi a Donato quanto mi sarebbe costato tutto lo sgombero e lui mi rispose: “architè, ma stame a scequà? Nudde, non vòlene nudde” “architetto,ma stiamo scherzando? Nulla, non vogliono nulla !“ Restai di stucco e Donato aggiunse “vabbuene acchessì” “ va bene così” e tutto finì lì.

 

La domenica seguente a primissima ora i quattro vastasi con Donato vennero a casa mia con un furgone, con una velocità e destrezza  incredibili smontarono i mobili,  li caricarono sul camion e partimmo alla volta di Trani. Arrivammo verso le nove e mezzo, andammo in via Palagano, dove avevo fittato un appartamento, scaricarono tutto e rimontarono i mobili nella mia nuova casa al secondo piano. Quando arrivò l’ora di pranzo, io dissi loro “Meh! Sciamammangià!” “ “ Allora! andiamocene a mangiare”. 

 

Uno dei vastasi mi guardò negli occhi e mi disse, “architè appàtte ca pagamenù!” “architetto! A patto che si paghi noialtri !” Io non seppi che rispondere, era inutile che insistessi, mi chiesero di scegliere un buon ristorante andammo quindi a “il Melograno”,  mangiammo bevemmo e parlammo di assurdità. I vastasi pagarono il conto, uscimmo dal ristorante andammo al Bar Centrale a berci’ un caffè, quindi ci salutammo, mi augurarono buona fortuna e se ne tornarono a Bari.

 

Non dimenticherò mai il mio carissimo amico Donato e i suoi quattro magnifici vastasi baresi. franz falanga

giovedì 5 maggio 2016

ADOVABADAN JAZZ BAND


_ADOVABADAN JAZZ BAND_

Signore, signori, vi presento l’esprit de finesse e l’eleganza della musica jazz. Si tratta dei miei fratelli, o figli (come più vi pare) jazzisti dell’ ADOVABADAN JAZZ BAND.  franz falanga  

  https://youtu.be/5aGsU4qG624
Adovabadan Jazz Band / Cake walking from home

 

 

 

 

mercoledì 4 maggio 2016

VI CONSISIGLIO CALDAMENTE UN DVD



VI CONSIGLIO CALDAMENTE UN DVD

In questi giorni, allegato a l’Espresso, c’è uno straordinario DVD, che mi ha entusiasmato. Si tratta del mitico Leonard Bernstein splendido musicista e direttore d’orchestra americano che ha inciso una serie di sue mitiche lezioni sulla musica, sui vari generi di musica.  E’ fiancheggiato dalla Orchestra Filarmonica di New York che viene utilizzata / suonata per fini didattici in maniera straordinaria. Vi consiglio arcicaldissimamente di acquistarlo, non ve ne pentirete. Qui sotto tre link di grandissimo interesse. A Thelonius Monk bastano tre battute iniziali, per farle diventare un capolavoro, Bud Powell è un pianista afroamericano degli anni 40 /50 a dir poco stupefacente, Mozart non si discute.  Buon ascolto! franz falanga

https://youtu.be/_40V2lcxM7k
Thelonius Monk / Blue Monk

https://youtu.be/yrO45Tzvhxg
Bud Powell / Tempus Fugit

https://youtu.be/5YYQFbDuT9k
Mozart / Ouverture Le nozze di Figaro

domenica 1 maggio 2016

UNO DEI PADRI DEL JAZZ



_UNO DEI PADRI DEL JAZZ_

Sto parlando di Ferdinand Joseph LaMothe, meglio conosciuto come Jelly Roll Morton. E’ vissuto per una cinquantina d’anni, i suoi nonni erano stati “deportati” come schiavi in America dai soliti civilissimi e cattolicissimi bianchi di origine europea, per il solo fatto di essere di pelle nera.

 

Personaggio satanico, entrava ed usciva di galera, gran gestore di bordelli, Jelly Roll vuol dire Tubo di Gelatina perchè era notissimo come instancabile amatore delle ospiti dei suoi bordelli.

 

Ma, quando si sedeva al pianoforte, diventava un padreterno e inventava armonie, melodie, ritmi, arrangiamenti di rara bellezza. Vi allego qui sotto tre link molto interessanti. 

https://youtu.be/Vio-TjMi5_s
1926 / Jelly Roll Morton Dr. Jazz
Notare la nota tenuta dell’assolo del clarinetto mentre sotto Jelly Roll Morton al pianoforte fa il basso continuo di bachiana memoria.


https://youtu.be/O1XtZntLFxs
Jelly Roll Morton  / Wolverine Blues


https://youtu.be/73YjMg8Y15A
Compilation di Jelly Roll Morton


Questa musica meravigliosa era nata in un’etnia stuprata e vilipesa, I musicisti jazz erano ovviamente consci di quali e quanti tipi di orrendo razzismo pesassero sulle loro spalle.


Thomas Fat’s Waller era uno splendido pianista afroamericano. Tutto il pubblico dei bianchi presenti ai suoi concerti, vedendolo grassoccio sempre sorridente e con gli occhi che strabuzzava, erano convintissimi che fosse un clown della tastiera. Non era così. Fat’s Waller è stato uno dei più bravi pianisti jazz afroamericani e, contemporaneamente,  uno dei più bravi a prendere giro, alle volte in maniera plateale, i “carissimi” bianchi.


https://youtu.be/UAlkSdrO1DY
Thomas Fat’s Waller  / Honeysuckle Rose


franz falanga